Amici: Michele Bravi è il nuovo giudice, il messaggio agli allievi

La stagione in corso di Amici di Maria De Filippi ci sta regalando tantissime emozioni. Ieri sono stati fatti i nomi dei tre nuovi giudici del serale: Michele Bravi, Giuseppe Giofrè e Cristiano Malgioglio. Il primo ha deciso di mandare agli allievi di Amici un importante messaggio per esprimere loro il suo supporto.

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Ieri, su Instagram, Facebook e Twitter, la redazione di Amici ha svelato i tre nuovi giudici del serale: Michele Bravi, Giuseppe Giofrè e Cristiano Malgioglio. Il primo ha deciso di rivolgersi agli allievi del serale attraverso un lungo messaggio pubblicato sui social. Nella lettera che ha pubblicato Michele Bravi si rivolge ai ragazzi di Amici.

Dopo essersi “presentato”, anche se tutti lo conoscono benissimo, Bravi esprime la sua vicinanza ai giovani allievi:

È finalmente arrivato il momento in cui dovete restituire la sicurezza che vi hanno regalato tutte le persone che hanno speso anche solo un secondo delle loro giornate per capire cosa avevate da raccontare. Il pubblico sarà, per voi che state diventando professionisti, una delle più grandi storie d’amore della vostra vita.

Poi Bravi sottolinea che al serale tutta l’attenzione sarà rivolta agli allievi di Amici, e invita i concorrenti del programma a dare il meglio di sè e a essere sempre sè stessi:

E anche quando vi sembrerà di non avere nulla, non abbiate paura di darlo tutto quel nulla.

Amici: è Michele Bravi il nuovo giudice del serale

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Poi nella sua lunga lettera Michele Bravi afferma di sentirsi onorato del ruolo che gli è stato affidato, e di voler cercare di dare il meglio di sè in questa difficile parte. Ringrazia chi gli ha dato questa opportunità e invita i giovani a non sprecare quella che è stata data loro. Afferma poi che cercherà di giudicarli nel miglior modo possibile:

Spero di potervi comprendere e decifrare sempre. Se non dovesse accadere, non pensate mai che il mio possa essere un giudizio negativo, sarà soltanto la richiesta di uno spettatore che cerca di dirvi ingenuamente: “Spiegalo anche a me, fai entrare anche me”.

Poi conclude:

Conosco la vostra euforia perché come voi sono nato con questa assurda presunzione di avere delle cose da dire, di raccontare una storia nella speranza che la mia esperienza individuale potesse diventare uno sfogo universale, aperto a tutti. Ed è una presunzione meravigliosa.